TIA, tre buoni motivi per non sottovalutare questo campanello d’allarme

Si parla di TIA ovvero attacco ischemico transitorio, quando il flusso di sangue verso un’area del cervello si interrompe momentaneamente per un breve periodo di tempo. Può simulare un ictus in quanto ne condivide l’eziologia, ma si presenta con sintomi attenuati poichè il flusso cerebrale viene ripristinato rapidamente senza lasciare deficit neurologici. Presenta manifestazioni cliniche che si risolvono in 24 ore ma solitamente durano meno di un’ora. Pur non provocando danni cerebrali permanenti, i TIA rappresentano un campanello di allarme in quanto potrebbero anticipare la comparsa di un ictus futuro e dunque non andrebbero ignorati, soprattutto se recidivanti.

COME SI PUO’ PRESENTARE UN TIA?
Un TIA può presentarsi come un ictus, ma solitamente in una forma sintomatologica più attenuata. Si può manifestare con un’improvvisa debolezza di un arto, una difficoltà ad esprimersi correttamente, una sensazione di riduzione della sensibilità di un arto o con un restringimento del campo visivo. I sintomi regrediscono rapidamente da secondi ad ore, sebbene possano essere presenti fino a 24 ore. Il consiglio è quello di non aspettare che i sintomi regrediscano ma di recarsi al pronto soccorso per le indagini del caso.

3 BUONI MOTIVI PER NON SOTTOVALUTARE UN TIA
– Il 40% delle persone che hanno un TIA avrà un ictus vero e proprio;
– Quasi la metà di tutti gli ictus si verificano nei primi giorni dopo un TIA;
– Il TIA è un campanello di allarme serio. Si tratta di una condizione da gestire rapidamente, se necessario anche in regime di ricovero, con lo scopo di evitare la presentazione di un ictus ischemico.

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