Vertigine

La vertigine è una condizione medica in cui il soggetto percepisce un movimento del proprio corpo rispetto allo spazio o dello spazio circostante rispetto al proprio corpo, è dunque una sensazione di movimento in assenza di movimento, più frequentemente descritta in senso rotatorio.

I sintomi associati alla vertigine sono nausea, vomito, sudorazione o difficoltà a camminare.

Spesso la vertigine può essere confusa con la lipotimia, sensazione di debolezza generalizzata, accompagnata da offuscamento della vista, ronzio auricolare, pallore e sudorazione fredda che solitamente precede la sincope (perdita di coscienza). La vertigine e la lipotimia condividono la sensazione di instabilità posturale che nella sincope è seguita da caduta al suolo con perdita dei sensi (perdita di coscienza) mentre nella vertigine la coscienza è preservata quand’anche si verifichi la caduta al suolo.

Distinguiamo dapprima le vertigini fisiologiche dalle patologiche. Le prime possono manifestarsi dopo essere stati esposti ad un movimento per un periodo prolungato di tempo (ad es. quando si è su una nave), le seconde, invece, sono espressione di patologie vere e proprie.

Le vertigini patologiche sono manifestazioni sintomatologiche legate a patologie che colpiscono due sistemi neuronali: il sistema vestibolare (localizzato nell’orecchio interno) che è causa di vertigine detta “periferica” e il sistema nervoso centrale, in quest’ultimo caso si parla di vertigine “centrale”.

Le patologie che interessano l’orecchio interno sono la vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), la malattia di Ménière e la labirintite; quelle del sistema nervoso, sono meno comuni ed includono ictus, tumori cerebrali, lesioni cerebrali, sclerosi multipla ed emicrania.

La vertigine legata a patologie a carico dell’orecchio interno o del sistema vestibolare, composto dai canali semicircolari, vestibolo (utricolo e sacculo) e nervo vestibolare, è chiamata vertigine “periferica”, “otologica” o “vestibolare”. Solitamente si presenta come una sensazione di movimento degli oggetti circostanti rispetto al soggetto, perciò denominata vertigine oggettiva.

La causa più comune di vertigine periferica (32% di tutte le vertigini periferiche) è la vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB). Altre cause includono la malattia di Ménière (12%), la sindrome da deiscenza del canale superiore, la labirintite e le vertigini visive. Anche le infiammazioni da comune raffreddore, influenza o infezioni batteriche; gli insulti chimici (ad es. antibiotici appartenenti alla classe degli aminoglicosidi e molti altri farmaci) o traumi fisici (ad es. fratture craniche) possono causare vertigini transitorie se coinvolgenti l’orecchio interno.

I sintomi lamentati dai soggetti con vertigini periferiche sono nausea, vomito, calo dell’udito, tinnito, sensazione di pienezza e dolore nell’orecchio. A causa di un rapido processo di compensazione, le vertigini che si verificano a seguito di una lesione periferica tendono a migliorare in un breve periodo di tempo (giorni o settimane).

 

  • La vertigine posizionale parossistica benigna è la causa più frequente di vertigine periferica. Si manifesta solitamente dopo i 50 anni con ripetuti episodi di vertigine scatenati da un movimento del capo o del corpo (ad esempio all’atto di girarsi, piegarsi, mettersi a letto o alzarsi dal letto). Gli episodi vertiginosi durano solitamente meno di un minuto, si associano a nausea, vomito ed occasionalmente cadute, scompaiono solitamente dopo circa 1 minuto e costringono il soggetto all’immobilità. La causa è lo spostamento degli otoliti (detti anche sassolini) che si trovano nell’organo dell’equilibrio nell’orecchio interno. In questi casi è consigliato affidarsi al Neurologo oppure all’Otorino che praticherà le manovre di riposizionamento degli otoliti. Tali manovre pur risolvendo il problema nell’immediato non garantiscono la scomparsa totale delle vertigini, che verosimilmente tenderanno a recidivare.

Il soggetto, con il tempo, imparerà a conoscere i movimenti responsabili della vertigine e tenderà ad evitarli.

Alcuni utili consigli sono:

  • Alzarsi lentamente dal letto;
  • Evitare movimenti bruschi della testa;
  • Sottoporsi alla manovra di Epley che consiste nell’esecuzione di 4 specifici movimenti della testa, il cui scopo è muovere gli otoliti;
  • Esercizi di Brandt-Daroff, qualora la manovra di Epley dia scarsi risultati.

 

  • La malattia di Ménière si presenta con vertigini ricorrenti, non scatenate dal movimento, di durata superiore a 20 minuti, associate spesso ad un ronzio nelle orecchie (detto tinnito), sensazione di pressione o pienezza nell’orecchio, nausea, vomito e calo dell’udito. Si tratta di un disordine vestibolare causato da un aumento della quantità di fluido endolinfatico presente nell’orecchio interno (idrope endolinfatica). Se non curato tempestivamente può portare a perdita dell’udito.

 

  • La labirintite o neurite vestibolare si presenta con gravi vertigini non scatenate dal movimento, della durata di giorni, associate a nausea, vomito, cefalea, sensazione di movimento delle immagini fissate o di visione doppia. Meno frequenti sono gli acufeni, e il calo dell’udito. Può essere causata da un’infezione virale o batterica dell’orecchio interno, necessita dunque di terapia mirata, specifica per l’agente eziologico patogeno.

Alcuni consigli utili sono:

  • Evitare di leggere o di guardare il cellulare per molto tempo;
  • Riposare in una stanza scarsamente illuminata;
  • Evitare movimenti bruschi della testa.

Vertigine causata da lesioni a carico dei centri dell’equilibrio del sistema nervoso centrale (tronco cerebrale o cervelletto). Si differenzia dalla vertigine periferica poiché il soggetto percepisce un suo movimento rispetto agli oggetti circostanti, da questo deriva il nome di vertigine soggettiva. La vertigine centrale rappresenta solo uno dei sintomi che si possono manifestare in seguito ad una lesione del sistema nervoso centrale infatti è spesso accompagnata da disturbi del linguaggio, visione doppia, nistagmo, riduzione della forza o della sensibilità in un distretto corporeo, turbe dell’equilibrio. A volte la vertigine può mancare ed essere sostituita da una sensazione di instabilità durante la marcia (come se il terreno si muovesse sotto i piedi) con tendenza a deviare da un lato o a cadere.

Tra le patologie del sistema nervoso centrale che nel corredo sintomatologico includono la vertigine annoveriamo:

  • Infarto o emorragia (ictus);
  • tumori dell’angolo ponto-cerebellare (schwannoma vestibolare o tumori cerebellari);
  • disturbi della colonna vertebrale (spondilosi cervicale, ernie cervicali);
  • atassie degenerative (nei giovani);
  • emicrania;
  • sindrome midollare laterale;
  • malformazione di Chiari;
  • sclerosi multipla;
  • alcuni parkinsonismi.

Per giungere alla diagnosi corretta è necessaria una visita specialistica (neurologica ed eventualmente otorinolaringoiatrica), finalizzata ad escludere le altre cause di disequilibrio e poi a inquadrare il disturbo in vertigine di origine centrale o periferica. Lo specialista effettuerà il test di HINTS e richiederà, se opportuno, altri esami diagnostici accessori:

  • Eco-Color-Doppler dei TSA;
  • Test dell’udito (o test audiometrici) per quantificare la perdita dell’udito;
  • Videonistagmografiae elettronistagmografia;
  • Prove termiche per l’orecchio;
  • TAC e/o Risonanza Magnetica.

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